Anche Sardex.net nell’Archivio Genius Loci delle Generatività!

“Dobbiamo imparare a vedere il denaro non come una forma di ricchezza, ma come un mero intermediario”.

L’Istituto Luigi Sturzo, tramite il progetto Genius Loci dell’Archivio della Generatività Italiana, si propone di “dedicare tempo e cura all’ascolto delle forze generative del Paese, per dare loro parola e apprendere dalle loro stesse esperienze”, essendo “il passo più urgente da compiere” per uscire dalla crisi- non solo economica-ritrovando il coraggio dell’impresa, declinandolo in maniera moderna e cioè coinvolgendo i molteplici «capitali» comunitari (umani, relazionali, sociali, economici)”.

Il Comitato scientifico, composto da docenti, studiosi e professionisti, e la redazione, individuano alcuni casi esemplari da cui far partire l’indagine e, dopo una breve istruttoria preliminare, vanno ad incontrare, intervistare ed osservare quelli che a loro paiono «casi di generatività», società che che hanno saputo reinventare la tradizione, hanno prodotto valori e significati, hanno saputo affrontare le sfide della contemporaneità in modo generativo.
Questo mese Genius Loci ha parlato di Sardex.net con l’articolo Sardex: nuovi significati delle relazioni economiche, delle monete complementari, a cosa servono le monete complementari, e l’approfondimento “Quando il denaro porta frutto: la generatività della moneta complementare.”

Genius Loci

In quest’ultimo articolo Luca Fantacci, docente di Storia Economica dell’Università Bocconi, spiega alcuni paradossi finanziari che stiamo vivendo, dovuti ad “un difetto strutturale di un sistema che asseconda, e addirittura premia” chi, sopratutto nei momenti di crisi, tiene fin troppo prudentemente la moneta come “riserva” negando che questa circoli ed innescando, passando per i diversi attori, la spirale depressiva che stiamo vivendo.

Questo, spiega il docente, avviene perché “per sua natura, il denaro non è in sé generativo: Pinocchio ha imparato a sue spese che i soldi non germogliano come piante… La questione che bisogna porsi non è se il denaro porti frutto, ma a quali condizioni. Allora si vedrà che il denaro può essere produttivo solo se non è trattenuto.” “come l’acqua, così il denaro solo scorrendo vivifica. Generativo è il denaro circolante.”

Oggi, scrive Fantacci, “noi osserviamo che il denaro è costantemente trattenuto, messo a riserva.
Soprattutto in tempo di crisi, il denaro è accantonato, anziché speso o prestato. Per prudenza.
Perché, a fronte dell’incertezza che domina sui mercati, mobiliari e immobiliari, il denaro sembra essere l’unica forma di ricchezza che conserva il suo valore. Così le banche accumulano riserve inerti, piuttosto che prestare soldi a imprese che potrebbero non essere in grado di restituirli. E le imprese stesse, se li hanno, preferiscono tenere i soldi in cassa, piuttosto che arrischiarli in investimenti che potrebbero finire in perdita. Del resto langue la domanda per i beni che le imprese producono, poiché i consumatori, a loro volta, hanno sempre meno soldi, e quei pochi che hanno preferiscono serbarli per momenti peggiori… Così, la comprensibile prudenza di ognuno trascina tutti in una spirale depressiva. “

Il Professor Fantacci continua affermando che “ un denaro costruito così finisce per avere ogni potere, compreso quello di riprodursi. Se chi lo possiede può trattenerlo senza perdita, chi vuole prenderlo a prestito deve essere disposto a pagarlo. Il tasso d’interesse è il prezzo della sicurezza che il denaro offre come riserva. Perciò, in momenti di particolare incertezza, il tasso d’interesse sui prestiti può raggiungere livelli esorbitanti, a prescindere dal fatto che quei prestiti siano usati per finanziare investimenti produttivi. Chi presta denaro pretende un compenso che non ha alcun rapporto con il buon esito del suo impiego: il tasso d’interesse non misura la generatività che il denaro ha nella circolazione, ma la rassicurazione che il denaro offre quando è messo a riserva. Il denaro genera così denaro per chi lo possiede, non ricchezza reale per il sistema nel suo complesso. Anzi, quanto più il denaro serve per remunerare altro denaro, tanto meno è usato per finanziare l’impresa e per pagare il lavoro.”

“Dobbiamo imparare a vedere il denaro non come una forma di ricchezza, ma come un mero intermediario.

Non come un fine, si potrebbe dire, ma come un mezzo in vista di un fine, purché s’intenda questa affermazione in senso economico, non morale. Nemmeno in ambito economico, infatti, il denaro può valere come fine. Poiché economicamente, prima che moralmente, il denaro è un puro mezzo. L’unico fine economico del denaro è di essere speso. Come il denaro debba essere speso compete alla morale discuterlo. Ma che il denaro debba essere speso spetta all’economia ricordarlo.“

Il Professor Fantacci chiude auspicandosi non tanto un cambiamento di mentalità quanto una riforma delle istituzioni monetarie, una nuova moneta che non sia fatta per essere sterilmente accumulata come riserva, bensì per essere spesa nei circuiti generativi dello scambio e dell’investimento” citando quelle forme di monete complementari locali come Sardex.net che, fra le altre cose, “sopperiscono alla mancanza di denaro per gli scambi, favoriscono l’accesso al credito ed aiutano a sostenere la domanda.”

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