Al confronto con 29 esperti europei organizzato da Moneyfarm, l’amministratore delegato di Sardex, Roberto Spano ha illustrato il suo punto di vista sulla rivoluzione tecnologica nei servizi finanziari: «Investiamo nelle relazioni umane e sui territori». Un modello, quello dei Circuiti di Credito Commerciale, che sta rivitalizzando il tessuto locale di molte regioni italiane.
Tre suggerimenti in pillole: accantonare i vecchi schemi; mettere al centro le relazioni; vivere il cambiamento da protagonista. Così Roberto Spano, amministratore delegato di Sardex S.p.A., alla Fintech Bible, guida finanziaria personale che raccoglie i consigli di 29 tra i più importanti esponenti del Fintech in Europa in vari settori tra cui quello delle monete complementari.
L’iniziativa, voluta da Moneyfarm società indipendente di consulenza finanziaria online con sedi in Italia e nel Regno Unito, è stata presentata nei giorni scorsi a Milano e mette assieme le testimonianze di alcuni tra i maggiori protagonisti della rivoluzione tecnologica che sta mutando nel profondo il settore dei servizi finanziari.
Ad arricchire la giornata, una tavola rotonda che ha riunito vari esponenti del Fintech italiano: oltre a Giovanni Daprà (Co-fondatore e CEO di Moneyfarm), hanno preso parte Roberto Spano (Ad di Sardex), Paolo Gesess (Managing Partner di United Ventures), Roberto Anedda (Marketing Director del Gruppo MutuiOnline ), Claudio Bedino (Co-founder di Oval) e Ignazio Rocco di Torrepadula (Fondatore e Ad di Credimi).
Intervento, quello di Spano, incentrato prima di tutto sull’esigenza di guardare con attenzione alla lezione del passato, reinterpretandolo in chiave moderna. Richiamo che è forte dell’esperienza di Sardex replicata con successo in molte altre regioni: «Il nostro modello mette al centro di tutto le relazioni umane. Non si tratta di un recupero nostalgico quanto, piuttosto, della consapevolezza di quanto sia importante trasfondere questo valore nell’economia per superare l’individualismo e giungere a un nuovo paradigma fondato sull’intelligenza connettiva. Modo per vivere il cambiamento da protagonisti, non subendolo».
Per fare questo, ovviamente, occorre rompere gli schemi consolidati, le certezze che si danno per immutabili e acquisite, partendo dall’idea che si ha ad esempio del denaro: «Molti sono portati a pensare che il denaro esista al di là di noi e della nostra capacità di produrre e scambiare valore. In realtà il denaro è semplicemente un costrutto antropico, una brillante invenzione dell’intelletto umano, frutto dell’emergere condiviso di sorta di coscienza del noi. Semplicemente un accordo all’interno di una comunità di persone».
Un mezzo per mettere assieme i territori, creare connessioni virtuose e durature che innervino costantemente il tessuto sociale ed economico locale. In un’epoca contraddistinta da confini sempre più labili e logiche sempre più astratte, Spano pone l’accento sull’importanza di scommettere sulle comunità coese, vive: «Personalmente consiglio d’investire il denaro localmente per far crescere il tessuto imprenditoriale attorno a noi stessi, sostenendo l’economia. I rendimenti saranno molto più del semplice denaro e gli effetti andranno ben oltre la durata dell’investimento stesso».