Si chiamano &Makers, sono 4 makers che stampano in 3D e questa è la loro storia.
Lavorano 24 ore al giorno in un garage che ospita moto d’epoca e una Olivetti, si divertono a stampare in 3D utilizzando sia programmi open source come Arduino che martelli e cianfrusaglie. Daniele Sabiucciu, Daniele Poddighe, Alberto Unali e Massimo Bonifacio si fanno chiamare &Makers. Sono ingegneri e artigiani digitali. Alcuni di loro si sono conosciuti durante il salone dell’innovazione Sinnova, l’evento di Sardegna Ricerche, altri all’interno dell’associazione Ingegneria senza frontiere. Hanno fatto massa critica, si son messi subito a recuperare pezzi di vecchie stampanti e in pochi mesi hanno costruito “Wood”, la stampante 3D in legno “proudly made in Sardinia”, così come è inciso nel loro prototipo (in foto).
“Da Sinnova è partito tutto. Lì abbiamo esposto il primo prototipo funzionante di Wood, che poi è stato consegnato all’Università di Cagliari”, ci racconta Daniele. “Abbiamo vinto il primo premio di Make in Sardinia, nella categoria Hi-Tech, presentando un sinterizzatore SLS, e in questi ultimi mesi abbiamo partecipato a una serie di eventi importanti”. Gli &Makers hanno partecipato infatti alla prima edizione di Smart Cityness, al festival dell’innovazione di Ulassai, all’evento “Costruiamo insieme una stampante 3D” e alla Maker Faire di Roma. “Sono state occasioni importanti che ci hanno dato una discreta visibilità”, continua Daniele, “al momento siamo dei makers che stanno cercando di capire se aprire una startup o un’azienda. Non è facile”.
Certo è che c’è mercato in Sardegna per le stampanti 3D. Da queste tecnologie nascono oggetti e strumenti che possono servire ad architetti, ingegneri, dentisti, semplici appassionati. Le stampanti 3D possono essere infatti utilizzate per produrre qualsiasi cosa, dai droni a case ecocompatibili ed economiche. Già nel 2012 The Economist scriveva di come questi modelli avessero dato il via alla Terza Rivoluzione Industriale, caratterizzata da una digitalizzazione, appunto, dei metodi e dei processi produttivi. Ma si può essere degli autodidatti?
“I tutorial su YouTube non mancano, c’è solo una cosa da imparare: un software di modellazione 3D, necessario per questo tipo di stampe. Noi utilizziamo programmi open source come Slic3r, ma anche Arduino e Repetier-Host. Questi software ti permettono di vedere quello che la comunità ha costruito, perché sono aperti e modellabili. Grazie a questi strumenti, la Wood si può utilizzare come stampante 3D, come laser e come fresatrice. Sono tecnologie che permettono di mettere alla prova le tue idee. Noi stampiamo anche con la Nutella, mentre da poco abbiamo realizzato una mano per un bambino, che ne era privo. È venuto a trovarci nella nostra officina-garage, dove stampiamo di tutto, guarda!”, mi dice Daniele. Mi sembra una fisarmonica a fiato, mi sbaglio. Daniele la apre in due, poi la allunga. E spunta fuori un appendiabiti!
La Terza Rivoluzione Industriale passa anche da un garage di via Tempio, a Cagliari.
Teneteli d’occhio, i Reprapmakers.