In Sardegna più di 2500 imprenditori pagano stipendi e acquistano beni col Sardex, una moneta complementare all’euro. Progetto ambizioso: il Sardex vuole ridefinire le relazioni tra i vari soggetti economici, anche molto diversi tra loro. “Siamo una fucina sempre attiva, un laboratorio in cui immaginare insieme l’isola di domani, un nuovo modello di cooperazione appositamente pensato per le comunità locali. Il nostro compito è quello di mettere in moto l’economia con una moneta complementare proprio nel momento in cui la crisi blocca le attività imprenditoriali”, racconta Carlo Mancosu, trentaquattrenne cagliaritano e uno degli ideatori nel 2009 di Sardex.net. Nel giro di cinque anni l’attività di Sardex ha portato le imprese che fanno parte del circuito ad incrementare il loro fatturato del 15-20%. Il pubblico degli iscritti è decisamente vario:
“Il nostro conto lo aprono imprese, professionisti, lavoratori, associazioni e terzo settore e molto presto i cittadini”, racconta a ilGiornale.it, Mancosu.
Sardex è una moneta complementare capace di affiancarsi a quella tradizionale. Di fatto, ne ha controbilanciato almeno in parte la caduta. Perché si tratta di un circuito in cui le aziende dell’isola, attraverso l’utilizzo di una unità di conto digitale, hanno la possibilità di sostenersi a vicenda, finanziandosi reciprocamente senza interessi”, sottolinea Mancosu. E ancora: “Il nostro progetto, partito in silenzio adesso è stato sposato anche da altre regioni. Diversi imprenditori ci hanno contattato per far parte del nostro circuito in tutta Italia, da nord a sud. Ad esempio negli ultimi dodici mesi il circuito è partito in altre regioni. Il Sardex è già stato esportato in Piemonte (Piemex.net), Emilia Romagna (Liberex.net), Marche (Marchex.net), Lazio (Tibex.net), nella zona del Sannio (Samex.net), in Sicilia (Sicanex.net), in Abruzzo (Abrex.net) e in Lombardia (Linx.net)”.
A quanto pare l’idea di affiancare il pagamento in Euro preferendogli il Sardex ha convinto così tanto gli imprenditori al punto da pagare gli stipendi, o parte di questi in Sardex. “Più di 1200 dipendenti delle aziende nel circuito hanno chiesto di essere pagati in Sardex. Questo facilita di gran lunga le procedure per i pagamneti soprattutto per le aziende in crisi. C’è chi addirittura ha chiesto un anticipo del Tfr in Sardex. Ad esempio con 10000 Sardex si può avviare una ristrutturazione a casa. Il dipendente chiede un anticipo all’azienda e poi si impegna a restituire il credito a tasso zero nei mesi successivi. Pensate come sarebbe difficile fare tutto ciò con l’Euro e soprattutto con le banche che chiudono i rubinetti”. Insomma in Sardegna ormai si vive senza Euro. La moneta imposta dall’Ue si usa per le spese ordinarie, per tutto il resto si usa Sardex.
L’obiettivo per il 2015 è quello di arrivare a più di 3250 imprese. E passare dai 30 milioni di transazioni del 2014 a 60 del 2015. Mancosu ha un solo rimpianto: “Le tasse allo Stato vanno pagate in Euro, se si potessero pagare in Sardex forse le cose andrebbero in modo diverso”.