INNOVAZIONE DIGITALE IN SARDEGNA: INTERVISTA A ROBERTO SPANO, SARDEX
La Sardegna, nel bel mezzo del Mar Mediterraneo, è piena di idee e di passione quando si tratta di innovazione digitale. Dall’innovazione sociale e sostenibile per l’economia di condivisione, alla scuola digitale fino alla medicina ad alta tecnologia, vale la pena dare uno sguardo più profondo a ciò che sta succedendo lì ed il collegamento con i suoi attori principali.
Ho avuto l’opportunità ed il piacere di intervistare cinque di loro in una serie dedicata all’innovazione digitale in Sardegna (Nicola Pirina, Alessandra Patti, Nicola Siza, Monica Mureddu).
In quest’intervista abbiamo incontrato Roberto Spano, amministratore delegato di Sardex.net, il circuito di credito commerciale che utilizza la moneta locale dal 2010 e che ad oggi conta quasi 3000 membri con oltre 30 milioni di transazioni realizzate, e che inoltre partecipa a un importante progetto Europeo (DigiPay4Growth) sul fronte delle monete complementari.
Youmna Ovazza: Prima domanda, come descriveresti l’innovazione digitale in Sardegna oggi?
Roberto Spano: L’Innovazione digitale in Sardegna è un percorso iniziato anni fa, con le prime digitalizzazioni dei giornali, l’accesso a Internet e ai suoi contenuti gratis, mentre oggi si è trasformata in una competenza molto diffusa di tecnologie, sistemi e persone che lavorano agevolmente alla frontiera dello sviluppo tecnologico oggi disponibile.
YO: Ci sono delle tendenze tecnologiche nel mondo che non esistono ancora in Sardegna o vuoi dire quel che sta succedendo qui e lo stesso che sta accadendo altrove?
RS: Diciamo che tra CRS4 e nuove Startup siamo abbastanza in linea con gli sviluppi internazionali. Per quanto riguarda noi, quindi tutto ciò che riguarda la moneta digitale e i sistemi di compensazione, possiamo dire di rappresentare una delle frontiere oggi disponibile.
YO: Chi sono i maggiori attori dell’innovazione digitale in Sardegna? Sono privati o enti pubblici? Quali sono le istituzioni o le aziende che guidano l’innovazione?
RS: Probabilmente il settore privato è quello più attivo, sia in termini di quantità che di qualità. Ci sono diverse società ma anche personalità singole e molti giovani che sono particolarmente attivi. La pubblica amministrazione cerca in qualche modo di supportare questa situazione abbastanza frizzante con risultati alterni, e fatica un poco a stare dietro a tutto questo movimento che nell’Isola è ben presente.
YO: Qual è il ruolo svolto dalle associazioni, ad esempio, o l’Europa, svolgono qualcosa in questo movimento o no?
RS: Ci sono diverse associazioni sono particolarmente attive nello stimolare e nel diffondere i temi dell’innovazione tecnologica, sopratutto nei settori tradizionali.
L’Europa sta giocano un ruolo importante perché molti progetti sono sicuramente interessanti e possono avere degli sviluppi di grande portata. Sardex per esempio partecipa a un progetto chiamato Digipay4growth che coinvolge sei Paesi e ha come obbiettivo quello di studiare e testare dei sistemi di pagamento che coinvolgano anche la Pubblica Amministrazione.
Ci sono tre progetti pilota in Europa all’interno di questo piano, uno in Inghilterra, uno in Catalogna e uno qui in Sardegna. Gli avanzamenti fanno ben sperare per poi diffondere nel resto dell’Europa i risultati.
YO: Ci descrivereste cosa fate e come lavorate?
RS: Siamo partiti nel 2010 e abbiamo sempre più coinvolto imprenditori fino a farli arrivare a 2700. Questi titolari di piccole (e grandi) aziende si scambiano tra di loro la loro capacità produttiva inespressa non utilizzando gli euro ma i sardex, una moneta complementare che è uno strumento che facilita scambi e pagamenti. L’anno scorso le transazioni in euro all’interno del circuito hanno superato i 31 milioni, quest’anno siamo appena andati oltre i 23 milioni e ci aspettiamo di superare i 55 milioni di euro in transazioni alla fine del 2015. Si tratta di scambi che con gli euro non sarebbero mai avvenuti, quindi tecnologia, reti e fiducia che stiamo rimmettendo all’interno del sistema stanno permettono tutto questo.
Già da qualche anno inoltre stiamo stringendo importanti collaborazioni in Italia, fino ad ora abbiamo 8 circuiti di credito replicati in altrettante regione e l’obiettivo è proprio quello di utilizzare questi sistemi per rinforzare le economie locali.
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YO: Le aziende iscritte al circuito usano questa moneta in Italia o anche all’estero?
RS: Al momento la nostra attenzione è rivolta all’economia locale e l’utilizzo rimane dentro i confini nazionali. Abbiamo molti scambi con altre nazioni, in particolari siamo stati in Francia dove abbiamo portato la nostra esperienza alla Commissione Interministeriale che si è interessata al fenomeno e che recentemente ha pubblicato il suo report in Francia.
YO: Perché dici che si sono effettuati degli scambi che non sarebbero mai avvenuti nel mercato degli euro?
Si tratta di fatturati supplementari, sono i tavoli vuoti nei ristoranti, gli abiti che non riesce a vendere un sarto che vengono collocati in crediti perché in euro nessuno va a sedersi a quel tavolo o compra quel vestito perché manca quella liquidità.
YO: Tutto questo mi fa pensare alla Jugaad Innovation, o all’innovazione frugale, mi spiego: vedo che in Sardegna c’è molta inventiva, ci sono molte idee ma poche risorse, e mi chiedo: l’innovazione digitale sta crescendo allo stesso modo? E la moneta Sardex sta permettendo la comparsa di quest’innovazione?
RS: Si può fare sicuramente un parallelo tra l’utilizzo della tecnologia e l’uso dei sistemi di pagamento complementari, e un’economia che ha bisogno di consumare di meno, produrre meno rifiuti e consumare poca energia. Per prima cosa, la tecnologia ben utilizzata permette di avere dei risparmi, il che significa ottenere una migliore qualità di vita. Poi, ci sono molti modi per diventare grandi. Fino ad ora ci avevano insegnato che un’azienda che voleva aprire nuovi mercati all’estero doveva avere molte sedi fuori e molti dipendenti, una sorta di gigantiasi. La gigantiasi in natura è una malattia. Ci sono molti modi di affrontare i mercati internazionali, per esempio unendosi. Quindi la rete, la connessione tra le imprese e l’utilizzo della tecnologia come incrementativa dell’utilizzo dell’intelligenza connettiva, è una via che ci appartiene di più, e in termini di consumo di risorse è la via più corretta.
RS: Ci sono iniziative nei settori dei trasporti elettrici e di prossimità, se intendiamo la tecnologia come capacità di raggiungere direttamente il proprio cliente tramite geolocalizzazioni. Ci sono poi iniziative legate all’editoria e alla messa in relazione di piccoli operatori turistici per accogliere meglio i turisti. Si stanno costruendo anche dei portali che agevolano la connessioni tra questi operatori che non potrebbero mai permettersi investimenti di questo tipo. Ci sono poi iniziative tecnologiche da parte di imprese iscritte al circuito che lavorano nella produzione dei chip che si stanno giovando della connessione in rete per arrivare più agevolmente alla propria sostenibilità.
YO: Vedi la creazione di nuove industrie grazie al digitale? E in Sardegna che attività sono presenti?
RS: Penso che si possa mettere una linea di demarcazione. Ci sono tante attività tradizionali che riusciranno a tenersi in vita e a rimodernarsi grazie al digitale, pensiamo all’artigianato con la stampa 3D. Ci sono inoltre nuove attività e mestieri che nasceranno proprio grazie al digitale.
YO: La Sardegna è diversa dal resto d’Italia?
RS: A noi piace dire che siamo differenti. Ci hanno quasi convinto che fossimo diversi, che stando in un’isola siamo sgorbutici, ma questa è una letteratura che non ci appartiene.
YO: Intendi che è diversa anche per quanto riguarda l’innovazione digitale?
RS: L’innovazione digitale ha poco interesse perché ci sono 300 km di mare da attraversare. Io spero e credo fortemente che il digitale permetterà degli scambi che fino ad oggi son stati troppo pochi se non troppo inesistenti. La nostra idea è di creare proprio qui un punto d’incontro tra iniziative europee e del Mediterraneo.
YO: Chi vi ha ispirato maggiormente?
RS: Sicuramente per quanto riguarda noi come Sardex ci sono stati due fenomeni importanti: lo studio accurato della proposta di Keynes a B che preconizzava uno scambio tra nazioni tra compensazioni, e poi Wir che è il caso al mondo più importante di compensazione al mondo per le monete complementari.
YO: Come affrontate i problemi?
RS: Ci si occupa di queste mestiere è abituato agli ostacoli. Noi abbiamo un atteggiamento che ci permette di vedere un problema come un’occasione per migliorare. Noi non vogliamo essere parte del problema ma parte della soluzione.
(L’articolo originale è su http://www.butter-cake.com/digital-innovation-in-sardinia-interview-roberto-spano-sardex/).