Leonardo Becchetti, ordinario di Economia politica presso l’Università di Roma Tor Vergata, editorialista di Avvenire, saggista di Aggiornamenti Sociali (l’influente rivista del centro studi “San Fedele” dei Gesuiti di Milano) e blogger per Repubblica.it, non ha dubbi: «Per uscire dallo stallo, occorre fare un salto culturale rispetto al passato».
Lo dice in una intervista rilasciata ieri a La città di Salerno, quotidiano della città campana.
Il suo ragionamento per rilanciare l’economia del Paese spazia dall’Europa alle localissime monete complementari, e dimostra che non c’è contraddizione tra una visione globale e la cura del proprio locale. Anzi, l’una non può esserci senza l’altra. «I fondi europei possono sicuramente aiutare» sostiene Becchetti. «E sono interessanti per far comprendere alla gente che l’Unione Europea non è un nemico ma un alleato».
In particolare al Sud c’è un patrimonio su cui puntare, dice l’economista:«Le risorse artistiche, culturali e paesaggistiche. Bisogna valorizzare sempre di più e sempre meglio l’economia del turismo e della cultura. Ci sono esempi virtuosi, come Pompei o la Costiera amalfitana, ma resta tanto da fare. E poi non sottovalutiamo l’agricoltura. Il Sud ha più risorse ma produce meno risultati. Come se lo spiega? Perché è sempre mancata l’aggregazione, la capacità di fare squadra. Nel Salernitano i proprietari agricoli hanno terreni più grandi rispetto ai colleghi del Trentino, ma lì fanno Melinda, che è un marchio consolidato, qui no. Lo stesso accade con le arance di Sicilia».
Ancora una volte, per l’economista il problema è fondamentalmente culturale, perché per uscire dalla crisi è necessario «fare gruppo e cooperare, è indispensabile avere fiducia nell’altro. Alcuni esempi ci sono, come Sardex, la moneta virtuale in Sardegna». Qualcosa di positivo dunque esiste e si muove, e su quello si dovrebbe puntare. Ma «siamo agli inizi, occorre fare un salto di mentalità», conclude il professore ordinario di Economia politica presso l’Università di Roma Tor Vergata.